Il test di tenuta all'aria (blower door test) abbinato al servizio di termografia permette di misurare il grado di ermeticità dell'involucro edilizio (pareti, tetto, solai, serramenti...). E' un test obbligatorio per alcuni protocolli di certificazione (CasaClima, Classe A+ Provincia di Trento...) ma è una buona pratica, direi indispensabile, nel caso di costruzioni a secco o comunque ad alta prestazione energetica e basso consumo.
Nel caso in cui la verifica di tenuta all'aria dell'edificio alla fine dei lavori sia obbligatoria, potrebbe risultare cautelativa l'esecuzione di test volontari intermedi (dopo la posa dei serramenti, prima e dopo l'intervento degli impiantisti...) per tenere sotto controllo l'ermeticità dell'edificio durante la sua realizzazione ed individuarne tempestivamente eventuali difetti e resposabilità in riferimento alle singole fasi di lavorazione.
L'esecuzione dei test intermedi permette di individuare tempestivamente un eventuale problema (la falla) e risolverlo prontamente magari con qualche pezzo di nastro o qualche bomboletta di schiuma certificata alla tenuta all'aria.
Oltre ai casi di obbligo evidenziamo come il tanto temuto test di tenuta all'aria posto in capitolato determini un notevole miglioramento della perizia e della qualità del lavoro delle maestranze, anche in subappalato.
Il doversi confrontare a fine lavori con un test di verifica e misura della qualità del costruito determina intrinsecamente una migliore qualità del costruito pur se materiali, maestranze, direzione lavori e progetto siano esattamente identici. Non si tratta infatti della sola certificazione energetica che, potremmo dire sempre, avviene senza testare la prestazione dei materiali in opera ma basandosi esclusivamente sulle schede tecniche e le dichiarazioni di prestazione dei materiali: il test di tenuta all'aria misura e verifica infatti la prestazione in opera dei materiali e stabilisce la qualità del lavoro svolto.
Un esempio può essere il montaggio di un serramento: una finestra di discreta qualità (comunque a norma di legge) posata a regola d'arte e che garantisca la tenuta all'aria anche tra telaio, falso telaio e parete, determinerà una prestazione energetica dell'involucro edilizio decisamente migliore di quella promessa da un serramento dalle qualità eccelse (certificato ad alta prestazione energetica) e di elevato costo montato rivolgendo meno attenzione alla tenuta all'aria. Il risultato di avere in capitolato un test finale di tenuta all'aria (anche quando non imposto dalla normativa) e' quindi quello di ottenere una prestazione energetica dell'edificio migliore a parità di prestazione dei materiali posati.
Secondo i metodi di calcolo nazionali guidati dalle norme UNI TS 11300 la classe di prestazione energetica di un edificio correttamente asseverata in un attestato di prestazione energetica (APE) non tiene conto della tenuta all'aria dell'involucro. Questo e' un "buco normativo" poiche' a fronte della stessa classificazione energetica di un edificio il consumo energetico reale dell'edificio in condizioni di utilizzo potra' essere molto diverso in relazione al grado di tenuta all'aria effettivo.
La scarsa tenuta all'aria può anche causare muffe, condensazioni, lucernari che gocciolano, formazioni di ghiaccio alla giunzione esterna muro/tetto: tutte problematiche che il Vostro acquirente constaterà e che potrebbe probabilmente contestarvi. Meglio avere investito in test diagnostici preliminari durante le fasi costruttive che correre ai ripari dopo la manifestazione dei problemi.
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